Attraversato dai meandri del fiume Ombrone, il Parco della Maremma interessa i monti dell’Uccellina, la pineta di Marina di Alberese e le paludi della Trappola, che costituiscono un sistema di ambienti molto vario e ricco. Le zone umide, tra la bocca dell’Ombrone e le paludi della Trappola, sono dominio incontrastato degli uccelli, tra cui le oche selvatiche, e dei bovini che vi sono allevati allo stato brado; la macchia mediterranea dei monti dell’Uccellina ospita invece numerosi ungulati, ma anche istrici, faine, donnole e gatti selvatici. Il breve profilo che segue è tratto dal volume Parchi e aree naturali protette d’Italia del Touring Club Italiano.
Parco Naturale Regionale noto anche come Parco dell’Uccellina, istituito con L.R. 5 giugno 1975, n. 65 e L.R. 16 marzo 1994, n. 24. Provincia: Grosseto. Comuni: Grosseto, Magliano in Toscana, Orbetello. Superficie: 8900 ettari (con un’area contigua di 8850 ettari). Tipologia: Ambito costiero con zone umide, rilievi isolati, fasce dunali, pinete e macchia mediterranea.
La Maremma è un ambito costiero tirrenico che si dispiega da Cecina, nel Livornese, e copre tutto il litorale grossetano fino a Tarquinia e oltre. Il Parco ne tutela la parte più intima ed esclusiva: un mosaico di ecosistemi che vanno dalla foce del fiume Ombrone a nord, che separa la pianura alluvionale parzialmente bonificata dalla palude della Trappola, fino alla punta di Talamone a sud.
Lunghe e solitarie spiagge sabbiose dialogano con ripide falesie, specie sotto i Monti dell’Uccellina, che si elevano per poche centinaia di metri sul mare. La bellezza dei luoghi attira ogni anno migliaia di visitatori (ben 360.000 nel 1998). La Maremma, pur con il rischio di qualche contaminazione, mantiene con orgoglio alcuni dei propri caratteri più originali, come l’attività dei butteri nell’allevamento del bestiame o le tante evocazioni letterarie che ne hanno fatto una terra di confine e di leggenda. L’epopea delle bonifiche, avviate con tempi e con esiti alterni, al fine di ridurre il paludismo e di consegnare all’agricoltura le plaghe costiere, appartiene alla storia di questo territorio.
La superstite palude della Trappola (700 ettari) è uno dei più vasti lembi di ambiente salmastro della Toscana. Vi si esercita ancora il pascolo delle vacche maremmane che, assieme ai cavalli semibradi, sono divenute uno degli elementi più caratteristici di questo paesaggio. La vegetazione si differenzia a seconda del grado di salinità dell’acqua: dove è maggiore sono presenti i salicornieti, mentre dove prevale l’acqua dolce si osservano giuncheti e cariceti. Sono anche presenti alcuni lembi di bosco d’olmo, frassino ossifilo (Fraxinus oxycarpa) e pioppo bianco. La vegetazione palustre si estende a tratti anche a sud dell’Ombrone, dove viene gradualmente sostituita dalla pineta a pino domestico. I Monti dell’Uccellina sono invece l’assoluto dominio della macchia mediterranea in forma arbustiva o arborea.
I mammiferi ungulati sono fra i più rappresentativi del patrimonio faunistico. Sono presenti cinghiali, daini, caprioli. Altri ‘inquilini’ del Parco sono l’istrice, il gatto selvatico, il tasso e la faina. L’avifauna è concentrata alla Bocca dell’Ombrone e nelle limitrofe zone umide: numerosi gli anatidi (germano reale, alzavola, fischione, codone, mestolone, marzaiola e canapiglia). Oltre all’oca selvatica, presente con una popolazione di 300 unità, nel Parco si possono osservare chiurlo, pavoncella, piviere dorato, occhione e, in estate, ghiandaia marina e gruccione.
Passeggiando per il parco
Astuzie dei fiori. L’architetto che disegnò i fiori prima di regalarli al nostro pianeta quando creò le piccole orchidee di terra del genere Ophrys si mise d’impegno per copiare gli insetti. Piante a fioritura primaverile, presenti soprattutto negli ambienti mediterranei, sono un’ottantina di specie che per forma, colore, consistenza e odore ricordano le femmine degli specifici insetti impollinatori. I maschi, poveretti, cadono nell’equivoco e si avvicinano fiduciosi per poi scoprire l’imbroglio. Ma intanto, andandosene, si portano appresso una nuvola di minutissimo polline, che servirà a fecondare un altro fiore. L’astuzia non basta, però, a preservare Ophrys speculum dal pericolo d’estinzione: pochissimi esemplari sono segnalati in Toscana, nel Lazio e sul Gargano.
(Tratto da: Parchi e aree naturali protette d’Italia, Touring Club Italiano, Milano 1999)
Buongiorno,
volevo segnalarVi l’uscita del libro “Benedetta Maremma. Storia dei santi della bassa Toscana” edito dalla Sarnus che racconta la vita e il culto di 25 santi tra le province di Livorno e Viterbo tra cui anche la storia dell’abbazia di san Rabano.
Cordiali saluti
Marco Faraò