Continua il dialogo tra Giuseppe Monaci, assessore ai lavori pubblici del Comune di Grosseto, e l’avvocato Provera:
Gentilissimo avvocato Provera, prendo atto che nonostante pronte risposte alla sua nota lei si dichiara insoddisfatto e pretende ulteriori specifiche notizie. Faccio una premessa, non certo per insegnarle qualcosa, ma perché mi serve per condurre la riflessione: sappiamo che per ogni lavoro che poniamo in essere esiste un procedimento amministrativo codificato da leggi e regolamenti in cui intervengono uffici, sia interni a questo Comune sia di altri enti pubblici (Soprintendenza, Provincia, ecc.) cui compete l’esame istruttorio e la conseguente autorizzazione.
Per ogni lavoro che eseguiamo ci sono poi organi di polizia cui compete l’ispezione per garantire il rispetto delle leggi, e vi posso essere Enti od organi terzi (nel nostro caso il Servizio fitopatologico regionale) cui compete la sorveglianza e il controllo per garantire che normative collegate a certe operazioni vengano rispettate. Contro i nostri provvedimenti amministrativi vi è la possibilità di ricorrere al Tar da parte di qualcuno che ritiene leso un suo diritto e infine la Procura, su proprio impulso o sulla base di esposti, può indagare per verificare che nella esecuzione di un lavoro si ravvisino ipotesi di reato. Detto questo, su cui penso non ci sia da discutere, mi chiedo quale sia il rapporto corretto che deve intercorrere tra un Comune e i cittadini che hanno il diritto di chiedere informazioni.
Noi le informazioni le abbiamo date in varie forme, non ultima la lettera aperta affissa negli esercizi pubblici di Principina. E a lei abbiamo risposto soffermandosi su molti particolari. Ma quale è il livello di confronto che un cittadino può pretendere? A mio parere le risposte tramite i mezzi di comunicazione o per lettera o tramite i network attengono alle motivazioni delle nostre azioni, al perché di certe scelte piuttosto che non altre, alla giustificazione su tempi e modalità di certe operazioni, al chiarimento sulle procedure adottate; ma si figuri se ogni cittadino, e addirittura un cittadino non residente come lei e quindi qualsiasi cittadino italiano e per estensione potremmo dire un qualsiasi cittadino europeo, potesse pretendere e ottenere per ogni lavoro effettuato da una pubblica amministrazione un confronto sulla parte tecnica e fosse in grado di obbligare l’ente a rispondere su ulteriori approfondimenti che a suo arbitrio sono opportuni, nonostante che il lavoro sia già autorizzato dalle preposte autorità!
Mi dispiace che abbia preso per lei quel “becero qualunquismo” che ho denunciato e che in diversi hanno praticato, mi dispiace che a questo proposito a lei non soddisfino le gentili risposte avute, e mi sorprende che lei dopo queste risposte si esprima ancora con termini non appropriati quali “piano di disboscamento”. Questo dimostra che una materia tecnica così specifica non può e non deve essere affrontata approfonditamente con ogni cittadino che lo richieda. Tutto si bloccherebbe!! Garanzia del cittadino sono invece i passaggi con gli enti e le autorità di cui sopra…
Quindi che Principina sia infestata da Matsucoccus lo ha stabilito chi di dovere e lei ne deve essere sicuro. Così come deve comprendere che noi non attuiamo il disboscamento di un bosco ma, come le è stato spiegato anche tramite la mia “lettera aperta”, eseguiamo interventi dettati da emergenza fitopatologica su aree di verde pubblico, avendone la piena titolarità e la competenza tecnica. Con l’obbiettivo di ricostituire una bella e sana pineta.
Distinti saluti.
Giuseppe Monaci assessore ai lavori pubblici del Comune di Grosseto.
(Fonte: Il Tirreno, del 03 settembre 2014)